sabato 7 aprile 2012

Cambiare tutto perché qualcosa cambi

Da circa un mese, i due fratellini Libero e Il Giornale stanno battendo la grancassa, ripetendo la notizia che con Pisapia (ed in assenza di sgomberi), a Milano sono in aumento i "nomadi". E' il loro marchio di fabbrica: si alternano nel ripetere la cosa, finché qualche altro media, per sfinimento o in mancanza di altro da scrivere, si unisce al coro.

    Leggendo le cronache dalle altre città (grandi e piccole) in Italia, ho invece la sensazione che i cosiddetti "nomadi percepiti" (cioè: mendicanti, lavavetri, mariuoli di vario calibro) siano in aumento un po' dovunque. Figli di questi tempi, credo: nell'attuale situazione economica, non siamo solo noi a perdere il lavoro, fare più fatica a fare la spesa o mandare i figli a scuola. Ma si sa, che il compito della maggior parte dei giornali non è tanto fare informazione, quanto trovare il colpevole, e a Milano si preferisce dare la colpa a Pisapia, piuttosto che a Monti (o al suo predecessore, nessuno ricorda come si chiamasse?)

La soluzione per Milano, apripista Libero e il Giornale, sarebbe riprendere la vecchia e sana politica degli sgomberi ad oltranza che, a detta loro (ma anche del prefetto Gian Valerio Lombardi), in passato aveva ridotto le presenze nomadi in città.

Sarebbe utile ragionare sulle cifre riportate, e capire come vengano fornite. Ad esempio, sulle stesse pagine dei quotidiani da anni si parla si situazioni al limite dell'invivibile dentro TUTTI i campi rom cittadini, dove polizia e carabinieri non riuscirebbero nemmeno ad entrare. Io al contrario posso testimoniare che le loro pattuglie vi entrano regolarmente, anche una volta al giorno, fanno il loro giro ed escono senza problema. Che quelle stesse pattuglie con frequenza quasi mensile compiano una sorta di censimento (rigorosamente prima delle 7.00 e non capisco il perché), ma che nonostante ciò in comune da anni non sanno con quanti rom e sinti hanno a che fare. Quello che ricordo degli sgomberi di De Corato, non è che portarono ad una riduzione delle presenze nomadi in città, ma che si creò un'ondata di "nomadi di ritorno": sempre gli stessi sgomberati ogni volta. I due giornali, con dietro il coro, dimenticano che quella politica ebbe come risultato almeno una cinquantina di insediamenti di fortuna, diffusi in tutta la periferia, dove venivano rimbalzati gli sgomberati.

L'incendio questa settimana nel campo di via Sacile, ha risvegliato il dibattito sul destino di questi insediamenti, e come porvi rimedio. Se l'ex vicesindaco De Corato nostro ne approfitta per ribadire quanto lui era bravo, l'attuale maggioranza -ormai da mesi- prosegue con dichiarazioni (tante) ed atti concreti (meno), apparentemente contraddittori tra loro che, almeno riguardo alla questione degli insediamenti abusivi, sta portando al risultato di avere le stesse presenze di prima, ma più concentrate e periferiche rispetto al passato.

Occorre capire meglio cosa passi per la testa degli attuali amministratori: sicuramente una delle cause della loro indeterminatezza è data dal buco in bilancio della giunta precedente, già denunciato il luglio scorso. La seconda causa è dovuta al fatto che dichiarando la Corte Costituzionale illegittimo il Piano Maroni, sono scomparsi i fondi superstiti. In questa situazione, non conoscendo quanti possano essere i soldi disponibili, le tante e contraddittorie dichiarazioni sono fatte non tanto a ragion veduta, quanto per motivi di propaganda a corto respiro.

    Apro una parentesi: domenica scorsa ero all'insediamento di via Sacile. In quel campo che TUTTI indicano come una bomba ad orologeria sociale, gli abitanti mi mostravano le loro carte d'identità italiane (dato che sono arrivati lì dopo innumerevoli altri sgomberi) - carte d'identità andate bruciate con l'incendio. Buona parte dei maschi adulti ha un lavoro (per quanto in nero), i bambini hanno iniziato ad andare a scuola. Quindi esistono anche dei Rom "abusivi" che sono già sulla via dell'integrazione. Se fosse quello l'obiettivo, sarebbe DOVERE dell'amministrazione aiutarli, trovare qualche modo meno infernale di poter vivere. Ma le risposte ottenute dal comune spesso sono state del tono "vogliamo aiutarvi, ma dovete andarvene".

    Un esempio di cosa manca: il campo è (ovviamente) una gigantesca discarica, il comune non effettua la raccolta dell'immondizia, per paura di trattare TROPPO BENE questa gente (poco importa se le infezioni sono per loro natura antirazziste, e attaccheranno tanto loro quanto il resto degli abitanti). In Francia, anche se un insediamento è abusivo o a rischio sgombero, le municipalità (di destra o sinistra) mettono sempre a disposizione dei cassonetti per la raccolta rifiuti. In via Sacile sono gli OCCUPANTI ad autotassarsi per poter pagare una compagnia privata che provveda.

    Altro esempio: nel campo manca l'acqua, e più volte al giorno le donne fanno un lungo percorso sino ad un parchetto cittadino munito di fontanella, sollevando spesso il ribrezzo degli altri frequentatori del parco. Alcuni OCCUPANTI avevano raggiunto un accordo col proprietario di una casa abbandonata accanto al campo, per ripristinare il collegamento idrico. Ora bastava superare una recinzione divelta per rifornirsi senza scandali. Dopo qualche giorno, è intervenuta la polizia municipale per chiudere il rifornimento dell'acqua così ottenuto.

Questo il panorama di un'integrazione che (discorsi a parte) viene resa impossibile. La giunta attuale non chiede sgomberi, ma il "superamento dei campi"; cosa cambi non è chiaro, in assenza di proposte su dove può finire questa gente. L'alternativa pratica ai disastrosi campi attuali sembrano essere campi ancora più disastrosi.

Luoghi disastrosi per gente altrettanto disastrosa. E qua, occorre misurare l'approccio che si vuole avere con chi ci abita. Se UNA PARTE è gente come quella che descrivevo sopra, quando si tratta di cercare un dialogo con l'amministrazione, i toni tornano a quelli di anni fa: spaccio, prostituzione, ricettazione, furti, ecc. (qualche volta gradirei anche dati e cifre, please), diventano SCUSE per bloccare qualsiasi scelta che non vada oltre la pura emergenza. Scuse, di cui gli house organ comunali, le pagine cittadine del Corriere e di Repubblica, si fanno volentieri altoparlanti.

Con un'aggravante, per tornare al panorama dell'informazione: il progressivo "superamento dei campi", dietro il paravento del ripristino della legalità e del decoro, nasconde ancora, a distanza di anni e di giunte passate, i vecchi appetiti che si chiamano Expo, speculazioni immobiliari varie e, nel caso di via Sacile, i lavori di prolungamento della Paullese che, guardacaso, Pisapia in campagna elettorale si era impegnato a bloccare. Ma, visto che Pisapia per i suoi fan rimane intoccabile (e spesso inavvicinabile), il "lavoro sporco" viene delegato ai Granelli ed ai Majorino del caso.

Quindi: Pisapia come Moratti e sgomberi come "pensiero unico"? Leggo, nelle cronache romane, una descrizione della situazione nella capitale, governata da una maggioranza diversa che sta investendo una marea di soldi per costruire nuovi campi piazzati praticamente nel deserto: Rom, 21 luglio: "Con gli sgomberi i campi sono aumentati da 80 a 269". La gente anche lì rimane sempre quella, cambia il numero e la dimensione degli insediamenti di fortuna (diteglielo voi a De Corato).

E, permettete, destra e sinistra non usciranno da questo pantano (qualsiasi cosa proclamino), se non troveranno il coraggio di "prendere il toro per le corna", anche a costo di scelte impopolari. Scelgano una buona volta: la repressione dura e pura, con la PULIZIA ETNICA delle città. Oppure, prendano atto (magari non lo sanno...) che ci sono centinaia di edifici abbandonati sul territorio, potrebbero risolvere una buona parte del problema o, se restano abbandonati, prima o poi verrà qualche sgomberato ad occuparli. Io non ero ancora nato, ed in un'Italia sicuramente più povera di quella odierna, i vecchi politici di un vecchio centro (poi centro-sinistra), avevano già iniziato a smantellare le coree (molto più estese dei campi attuali), a favore di una politica della casa per le masse di immigrati che si erano riversate a Milano, Roma, Torino ecc.

Sappiate, signori amministratori, che quel che dovreste fare voi (scolarizzazione, facilitare l'accesso al lavoro, ai servizi pubblici e sanitari, dialogare con Rom ed altri cittadini) a Milano ed altrove lo stanno facendo da anni nuclei di volontari, sempre più numerosi e coscienti. Sono il capitale di un'amministrazione senza soldi, signori amministratori, sono i vostri votanti. Non fate la faccia offesa se vi chiedono ASCOLTO e RISPETTO.

E sulle stesse note, vi chiedo di aderire al progetto elaborato da un'altra comunità rom, con la medesima pratica di mediazione sociale diffusa. GRAZIE.


Nel frattempo: Matteo Salvini è sempre stato un ragazzo sveglio ed attivo, uno che la città se la gira da cima a fondo. Giovedì mattina era con i suoi in via Sacile, per dire ai Rom che dovevano andarsene. Mi dicono che la sera sia apparso contemporaneamente in televisione su Matrix, prendendosela con gli zingari ladri, e a Porta a Porta, piangendo sui (presunti) furti della Lega. Schizofrenico grave.

Fonti:

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