sabato 20 luglio 2013

Forza Nuova: "Case popolari: Prima gli Italiani"

Mi chiederete: perché dare questo immeritato risalto all'ennesima presa di posizione di Forza Nuova? Forse che voi lettori di Mahalla siete così sprovveduti da non sapere cosa dicono e cosa fanno? E no, signori miei, ho i miei motivi:
  1. Avete presente quel galantuomo di Kalderoli? Sì, proprio quello che può dire di tutto e offendere tutti, per la sola ragione che è parlamentare e non un "pirla qualunque". Sembra che a lui non gliene si perdona una. Scordatevi per un momento la sua faccia scimmiesca, la cravatta verde, le guanciotte rubizze... immaginatelo quando si contorce nelle giustificazioni dopo l'ennesima cazzata, non vi ricorda  un certo estremismo di destra? MA GUARDATE, NON CE L'ABBIAMO CON LORO!
  2. Ci possono essere cento ragioni per essere contro Forza Nuova (prima fra tutte, la sua stessa ragione d'essere). Ma il linguaggio che adopera è ancora più pericoloso: nessuno pubblicamente ammetterà di fare comunella con questi PARIA della democrazia, ma sotto-sotto, con parole e concetti molto più educati, può capitare anche a qualche campione di democrazia di ripetere acriticamente i loro concetti.
  3. FORZA NUOVA diffusa, scrivevo tempo fa, e altrettanto pericolosa: è la destra estremista (in tutta Europa) che negli slogan urla ZINGARI AL ROGO, ma poi chi ha dato fuoco agli insediamenti rom a Opera (MI), Ponticelli (NA) e a Torino (dicembre 2011), sono persone normalissime, i "pirla qualunque", appunto.
14 Luglio 2013 - Lecce - La Federazione Provinciale di Forza Nuova Lecce, ha diffuso la seguente nota:

"E' notizia di queste ore che a Lecce la giunta comunale stanzierà un milione di euro per dare case popolari per i nomadi di campo Panareo. In un momento di crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi con migliaia di leccesi che perdono il lavoro, con anziani che rovistano nei cassonetti per cercare da mangiare, con prestiti che non vengono concessi a piccoli e medi imprenditori, con giovani che o non trovano lavoro o sono condannati ad un precariato eterno, la giunta comunale salentina, in nome del politicamente corretto, e tralasciando centinaia di altre priorità per la città, stanzia un milione di euro per le case ai nomadi. Forza Nuova non ci sta e ribadisce prima gli italiani, prima i leccesi.
    Chissà perché, c'è sempre (e sempre ci sarà) qualcosa di più urgente, di più pressante. "Le priorità sono altre" dicevano sempre i vecchi politici 30 anni fa. E mai si sarebbero immaginati che il loro difendere lo status quo, resistesse in questi antagonisti dalle zucche rasate e dai bicipiti gonfi. LA CASA E' UN DIRITTO, ha sempre urlato la sinistra extraparlamentare, LA CASA E' UN DIRITTO DEGLI ELETTI, di chi è nato in un determinato posto, senza aver altro merito se non quello, appunto di essere nato.
Questa gente dietro una facciata di apparente povertà, ha nei suoi illegalissimi accampamenti, macchine di alta cilindrata, antenne paraboliche che i cittadini leccesi possono solo sognarsi, gli uomini sono dei veri e propri parassiti che mandano donne e bambini a mendicare, mentre loro si riempiono di alcool, e se a fine giornata non portano una cifra di soldi adeguata sono botte da orbi; gestiscono l'usura, il furto del rame, e molti di loro hanno decreti di espulsione che aggirano mettendo un anno dopo l'altro in cinta le loro donne, e causa cure mediche quindi non vengono espulsi, grazie a pochi medici e avvocati compiacenti, ma altrettanto fraudolenti come gli stessi zingari. Questo provvedimento è altamente razzista nei confronti degli italiani che lo sono per sangue e per cultura, e che nei secoli hanno difeso con la propria vita questa terra. Forza Nuova darà vita sul territorio ad una campagna di mobilitazione popolare per impedire a questa scellerata amministrazione di compiere un gesto tanto insano quanto volgare nei confronti della cittadinanza leccese, vilipesa e offesa da chi l'attenzione non la mette nei confronti dei propri cittadini, ma sperpera il pubblico denaro versato col sudore e col sangue, e lo dona a parassiti senza scrupoli. Non riconosciamo come Italiani gli eventuali zingari che hanno la cittadinanza del bel paese, in quanto comunità che d'Italiano non ha nulla: costumi, storia, abitudini e umanità".
    Sembra che nascere dell'etnia sbagliata sia una vera e propria piaga sociale. Si capisce perché dirlo non fa fine in un comunicato ufficiale, ma che con premesse simili si rimpiangano i campi di zio Adolfo. Se mettiamo assieme i due paragrafi, Lecce si divide in poveri buoni (la brava gente di Lecce) e poveri cattivi. Allora, LA CASA non è più UN DIRITTO (lo sapevo che sotto c'era il trucco), ma una specie di premio per la nazionalità. Ah sì, c'è poi il rebus dei Rom e dei Sinti che sono di cittadinanza italiana (anzi, la Puglia fu una delle prime regione dove arrivarono a cavallo del Rinascimento, quando l'Italia nemmeno esisteva), ma la cosa viene comunque liquidata con le stesse parole. L'insegnante di FORZA NUOVA si arroga il diritto di giudicare cosa possono essere "costumi, storia, abitudini e umanità" italiane, come un esame a cui non vuole ammettere altri se non i già diplomati. E non capisce, oppure lo capisce benissimo - ma è vittima di una provvidenziale amnesia, che non riconoscere il cambiamento che c'è già in casa, condannerà gli esclusi ad avere le uniche possibilità di sopravvivenza (sì, anche gli esclusi hanno quell'istinto) nella vita asociale così ben descritta. E condannerà gli inclusi ad avere sempre più paura, senza uscire dalla miseria.
    Ma poi, anche i ragazzini crescono (sì, cresce anche il Kalderoli), e tutto il loro populismo diventa burocratese, discorsi da gente con la cravatta, magari hanno persino cambiato partito o movimento. Vorrei che leggeste anche quanto segue, per quanto sia noioso, e nonostante si faccia fatica a leggerlo perché... è la nostra memoria che vorremmo rimuovere, siamo NOI che l'abbiamo accettato senza fiatare. Provate a sostituire qualche termine, e capirete perché la memoria è così dolorosa:
REGIO DECRETO
LEGGE 5 settembre 1938 - XVI, n.1390
Provvedimenti in difesa della razza nella scuola fascista
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA E IMPERATORE D'ETIOPIA
Visto l'art. 3 n.2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n.100; Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana; Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con quello per le finanze;
Abbiamo decretato e decretiamo;
  • Art. 1. All'ufficio di insegnante  nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere ammesse persone di razza ebraica, anche se siano state comprese in graduatorie di concorso anteriormente al presente decreto; né potranno essere ammesse all'assistentato universitario, né al conseguimento dell'abilitazione alla libera docenza.
  • Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.
  • Art. 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le scuole di cui al precedente art. 1, saranno sospesi dal servizio; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole anzidette, gli aiuti e assistenti universitari, il personale di vigilanza delle scuole elementari. Analogamente i liberi docenti di razza ebraica saranno sospesi dall'esercizio della libera docenza.
  • Art. 4. I membri di razza ebraica delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti, cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16 ottobre 1938-XVI.
  • Art. 5. In deroga al precedente art. 2 potranno in via transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica, già iscritti a istituti di istruzione superiore nei passati anni accademici.
  • Art. 6. Agli effetti del presente decreto-legge è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica.
  • Art. 7. Il presente decreto-legge, che entrerà in vigore alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge.
Il Ministro per l'educazione nazionale è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a San Rossore, addì 5 settembre 1938 - Anno XVI
Vittorio Emanuele, Mussolini, Bottai, Di Revel

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