venerdì 30 marzo 2012

Non ci siamo

La testata online SANREMOnews tra giovedì e venerdì ha dedicato ben SEI (6) articoli al fatto che nella città c'è una donna che mendica con un bambino in braccio.

In realtà l'articolo è uno solo, le altre sono lettere al direttore ripostate come articoli (fuori stagione Sanremo dev'essere una città davvero noiosa e dove non succede mai niente, se un fatto simile suscita tutta l'attenzione della redazione...)

Purtroppo, è inutile prendersela col razzismo dei lettori, quando è il giornalista (o la redazione stessa) che hanno, non un atteggiamento razzista, ma semplicemente fuorilegge.

Dunque: dopo poche righe di descrizione del fatto, mi imbatto in questo periodo (la divisione in due punti è mia):

  1. La situazione purtroppo è grave e come è noto l'accattonaggio è un reato punibile dalla legge
  2. in questo caso è ancora più grave se si pensa che viene fatto con un minorenne. Un modo probabilmente per impietosire ma anche perchè non ci sono alternative.

Allora: Il reato di accattonaggio è stato abolito il 28 dicembre 1995(!) eliminando l'art. 670 del CP, che puniva con 3 mesi d'arresto "chiunque mendica in luogo pubblico e aperto al pubblico". Però è rimasta valida in tutta Italia la proibizione dell'elemosina "in forma organizzata o causando molestie o disturbo..." Quindi, la legge non punisce l'accattonaggio, ma il suosfruttamento. Se parliamo di sfruttamento, parliamo anche di sfruttatore. Cosa - chi è sfruttatore? Sicuramente un racket, piccolo o grande che sia. In assenza di altre prove, che nell'articolo non ci sono, non mi sento di considerare tale una madre che è OBBLIGATA a portare con sé il figlio, dato che non ha altro posto dove lasciarlo, se non una roulotte - una baracca, a rischio sgombero.

Ma... ad oltre 15 anni dall'abolizione dell'art. 670 del CP, non sembra che nessun legislatore abbia voluto intervenire sulla questione, ponendo così un problema (molto italiano) di interpretazione della legge secondo i comodi del più forte. Negli ultimi due anni, le norme del piano Maroni (dichiarato anticostituzionale lo scorso novembre) hanno così fatto da pretesto per i singoli sindaci e prefetti nel creare una specie di legislazione locale sui mendicanti, indipendente dalla legge e dalle norme italiane. Succede qualcosa di simile a Vipiteno, ma non è l'unico caso.

    Non è tollerabile che un bambino stia tutto il giorno in strada a chiedere l'elemosina con la madre. E' necessario un intervento contro questo fenomeno, in crescita nella città, non tanto per il decoro ma perchè la strada non è il posto per un bimbo.

Così termina l'articolo che darà il LA alle risentite reazioni dei lettori, che se la prendono contro la madre ed il povero destino di suo figlio innocente, facendo magari un po' di confusione, perché dopo poche righe la preoccupazione diventa quella PER IL DECORO DELLA CITTA'. Insomma "causando molestie o disturbo..." al buon vecchio senso comune, di chi un giorno invoca gli sgomberi, e quello seguente si lamenta se chi non ha casa vaga con la prole appresso.

Ma la questione dell'articolo FUORILEGGE non termina qui: ci sono ben due foto di una mendicante (ignoro se sia la donna in questione o un'immagine d'archivio) col volto ben visibile. Credo che un giornalista che si dichiara tale (non mi interessa la sua paga o la sua età, c'è una firma in coda all'articolo e tanto basta a considerarlo giornalista), dovrebbe sapere che gennaio scorso laCassazione ha stabilito che non si possono mettere volti di mendicanti sui giornali e sui media. E se al giornalista la notizia fosse sfuggita, cosa ci sta a fare il direttore responsabile?

(la risposta è semplice: compito del direttore è farsi inviare delle lettere, che ripetano quanto suggerito dal giornalista, o presunto tale, e pubblicarle come articoli!)

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