Il testo che segue appare su MAHALLA e U VELTO. Invitiamo i lettori a verificare quanto pubblicato e, se lo ritengono, a contribuire a far circolare queste informazioni. Grazie
Fra le tante cause che concorrono alla diffusione del razzismo e delle paure verso ciò che è sconosciuto, c'è la circolazione di notizie non verificate spacciate come verità universali. Da anni circola in rete il testo di un fantomatico "Codice degli zingari", le cui prime segnalazioni risalgono addirittura agli anni '20 del secolo scorso.
Da un po'di tempo è apparsa in rete questa mail (riportiamo la parte iniziale):
"Le bande di malviventi, i Rom e i ladri stanno escogitando vari stratagemmi perchè gli automobilisti (soprattutto donne) fermino il proprio veicolo e ne scendano (in zone isolate)."
Altro non è che la versione di un testo in francese, apparso già l'anno scorso. Riportiamo anche in questo caso la parte iniziale:
"Alors que je roulais sur une route départementale un soir pour rentrer chez moi, j'ai vu un enfant dans un siège auto, sur le bord de la ..."
Ne scrive il sito Hoaxbuster, specializzato in bufale su Internet. Nel caso francese la segnalazione sembrerebbe arrivare da un poliziotto, che stranamente invita a segnalare casi simili non ai centralini della polizia francese (17), ma al numero internazionale dei vigili del fuoco (112).
L'anno scorso la notizia in Francia venne inizialmente diffusa da un ragazzo, probabilmente uno "spammer" francese, che contattato via mail rispose soltanto di sapere che avvenivano fatti simili, senza fornire ulteriori spiegazioni. In seguito le associazioni francesi di difesa dei Rom e dei Sinti presentarono denuncia per incitamento all'odio razziale.
Abbiamo fatto una ricerca su Google riguardo al testo in italiano, ricevendo sinora 104 risultati. Un fatto curioso: abbiamo trovato due casi in cui le autrici ne parlano come di un'esperienza personale, descrivendola con le medesime parole. In un caso la firma è di "Alessandra Savio, Purchase Department", nell'altro viene firmata da una dipendente dell'amministrazione provinciale di Padova.
A questo punto si è voluto conoscere se esistesse veramente questa persona nell'amministrazione padovana. Una nuova ricerca in rete ha restituito pochi risultati, anche se appare con due cognomi simili ma diversi.
Venerdì 29 luglio siamo riusciti a parlare con questa persona, che ci ha chiesto di rimanere anonima. Per telefono ci ha detto di aver inizialmente inoltrato a 5 amiche una mail arrivatale da un altro mittente - per sua leggerezza senza cancellare la propria firma, di essere stata informata in seguito delle falsità che vi erano contenute, di aver indagato sul caso attraverso diversi forum in rete (ed aver scoperto anche una versione in inglese), di aver provato a scusarsi personalmente con i destinatari per quanto era successo.
Purtroppo, il più delle volte le scuse non bastano ad arginare la diffusione in rete di queste menzogne, che rimangono in circolazione per anni. Perciò abbiamo provato a smontare questa bufala.
Aggiungiamo a questo punto alcune raccomandazioni finali:
- se possibile, verificate le notizie che vi giungono, prima di contribuire alla diffusione di informazioni false;
- diffidate delle notizie spacciate come sensazionali, e nel contempo come sconosciute perché "qualcuno" non vorrebbe che circolassero;
- diffidate altresì delle notizie dove non vengono specificate date certe, anche i luoghi citati non sono indicati con precisione, in cui l'autore originario dell'informazione è citato in maniera generica.
Per tutto il resto, vi consigliamo questa guida.
Sperando di essere stati utili, vi ringraziamo per l'attenzione.
Oltre alle redazioni di U VELTO e MAHALLA hanno collaborato: Ivana Kerecki (Sesto San Giovanni - MI), Angela Tropea (Catania), Alberto Maria Melis (Cagliari) ed Ernesto Rossi (Trezzano sul Naviglio - MI)