giovedì 28 ottobre 2010

La Lega e gli zingari

Il Post 26 OTTOBRE 2010 di Stefano Nazzi

Oggi il quotidiano free press Leggo, edizione di Milano, titola: "Gli zingari denunciano Maroni". Così, proprio così. E poi, "La Lega insorge: «Ingrati»". Attendiamo titoli del tipo: "I negri ora pretendono un lavoro". Ma poi, ingrati perché? De che?

Vabbé, così va il giornalismo (ANCHE il giornalismo) da queste parti. Ma parliamo del merito. Dieci famiglie nomadi del campo di via Triboniano hanno denunciato il sindaco, il prefetto e il ministro perché prima si erano visti assegnare le case popolari previste dai "progetti di autonomia abitativa" e poi se le sono viste negare perché altrimenti si penalizzerebbero i milanesi. Facile pensare che siano state le pressioni della base della Lega a provocare il dietrofront. È ovvio che le famiglie che avrebbero dovuto avere le case popolari sono famiglie di persone che lavorano, con figli che vanno a scuola. Gente che tra poco resterà letteralmente senza un tetto perché il campo di via Triboniano sarà sgomberato. In pratica il comune dice: «Vi tiriamo giù il posto dove vivete adesso, non vi diamo altra soluzione. Cazzi vostri». Romano La Russa dice: «Non ci faremo intimidire dalle denunce di quattro rom o dalle predicozze fintomoraliste di don Colmegna». Ecco, predicozze fintomoraliste. Don Colmegna, già direttore della Caritas ambrosiana e della Città della Carità voluta dal cardinale Martini, è uno che per Milano ha speso ogni energia della sua vita. Magari un po’ di rispetto ci vorrebbe persino da Romano la Russa. Matteo Salvini, della Lega, ha detto: «Una risata li seppellirà, anche se qualche giudice buontempone che li ascolti, magari amico di don Colmegna, lo trovano pure. Avanti con gli sgomberi, magari li aiuterà Gianfranco Fini». Vabbé, che dire?

Mi ricordo un servizio che trasmise il telegiornale, lo trovate su Youtube oppure qui sotto. È datato 14 maggio 1991, si vede l’allora sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri che litiga con un gruppo di tranvieri (immagino leghisti, ma potrei sbagliarmi) che vogliono lo sgombero di un insediamento di extracomunitari. Pillitteri litiga e urla: «Siete fascisti. Fascisti e razzisti». Ora, io tutto avrei pensato ma mai e poi mai che avrei rimpianto Paolo Pillitteri. E anche Tognoli, Borghini, figuriamoci Iso. A rimpiangere Albertini non ci sono ancora arrivato ma mi sa che tra un po’…

domenica 24 ottobre 2010

La campagna DOSTA! arriva a Milano

Sito Ufficiale

Presentazione campagna

Comunicato stampa 29 ottobre

Programma milanese

La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) promossa dalla Comunità europea è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.

Piacere di conoscervi!

Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari" o "nomadi".

Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente. Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.

In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.

Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.

Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".

La campagna DOSTA può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.

Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.

Il programma di Milano è stato realizzato dalla "Federazione Rom&Sinti insieme" e dall'Associazione UPRE ROMA con il patrocinio e il contributo di:

  • Fondazione Culturale San Fedele
  • Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
  • Fondazione Fabrizio De André onlus
  • Casa della Cultura

Hanno aderito: ARCI Milano, Associazione Aven Amentza, Associazione Romano Drom, Lavoro, Gruppo Abele di Milano, Opera Nomadi di Milano


Rom e sinti: una piaga da scacciare o una realtà da conoscere?
A Milano la campagna "DOSTA!" contro la discriminazione di Rom e Sinti


Venerdì 29 ottobre alle ore 11.30 nella sala Marra di palazzo Marino è convocata la conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!

La campagna " DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) è stata promossa dalla Comunità europea, in Italia è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del ministero per le Pari Opportunità in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte, per promuovere una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.

A Milano la Federazione " Rom& Sinti insieme" e l'associazione UPRE ROMA hanno prodotto uno sforzo particolare per la situazione estremamente delicata delle comunità rom e sinte (350 sgomberi di campi abusivi e la prevista chiusura di 4 campi regolari con il coinvolgimento di oltre 1000 persone tra uomini, donne e bambini).

Il programma di iniziative che viene proposto alla città ha visto il coinvolgimento di autorevoli istituti culturali come la Fondazione Culturale San Fedele, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Casa della Cultura, la Fondazione De André e l'adesione dell'ARCI Milano, dell'Associazione Aven Amentza, dell'Associazione Romano Drom, della Camera del Lavoro, del Gruppo Abele di Milano, dell'Opera Nomadi di Milano.

Alla presentazione del programma intervengono Massimiliano Monanni direttore dell'UNAR, Dijana Pavlovic vicepresidente della Federazione Rom& Sinti insieme, Giacomo Costa per la Fondazione culturale San Fedele, Chiara Daniele direttrice della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Ferruccio Capelli presidente della Casa Della Cultura.

Grazie per l'attenzione

Per informazioni: 339-11.70.311


29 ottobre - ore 11.30 – sala Marra di palazzo Marino
Conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!

8 novembre - ore 21 Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Saluti: Giacomo Costa, fondazione culturale San Fedele
Presentazione: un esponente dell'UNAR; Fabrizio Casavola, Upre Roma
"Le danze di Billy e Dijana"
di Daniele Lamuraglia, con Dijana Pavlovic e Diego Conti
Nell'occasione verrà esposta la mostra sul Porrajmos (lo sterminio dei rom e dei sinti)

12 novembre - ore 18-20.30 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, via Romagnosi 3
"Rom: a Milano si può? Politiche abitative (e altro): soluzioni possibili"
Saluti: Carlo Feltrinelli presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Introduzione: un esponente dell'UNAR; Alfredo Alietti, Upre Roma, docente di sociologia università degli studi di Ferrara
Testimonianze: don Massimo Mapelli, Casa della Carità; abitanti dei campi;
Interventi: Laura Balbo, docente di sociologia università degli studi di Padova; Antonio Tosi, docente di sociologia urbana al Politecnico di Milano; Tommaso Vitale, Scientific Director of the Master "Governing the Large Metropolis" CEE, Sciences Po Paris
E' stata invitata Mariolina Moioli, assessore alle politiche sociali Comune di Milano.

18 novembre – ore 20.30-23 - Casa della Cultura, via Borgogna 3
"La rappresentazione mediatica dei rom e dei sinti: tra dovere di informare e violazione dei diritti."
Presenzia: Ferruccio Capelli, presidente della Casa della Cultura
Introduzione: un esponente dell'UNAR; Paolo Cagna Ninchi, presidente Upre Roma
Interventi: Michael Guet, Capo della Divisione dei Rom e dei viaggianti del Consiglio d'Europa; Eva Rizzin e Angelica Bertellini, Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova; Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera;Roberto Escobar, docente di filosofia della politica alla Statale di Milano; David Parenzo, conduttore e autore televisivo,
E' prevista la presenza del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna

1 dicembre – ore 21 – Casa della Cultura, via Borgogna 3
"Sebben che siamo donne… rom - La via dei campi e la via dell'arte"
Presenzia: Ferruccio Capelli, presidente Casa della Cultura
Introduce: un esponente dell'UNAR.
Rebecca Covaciu, rom rumena, premio UNICEF per i disegni;
Laura Halilovic, rom bosniaca, autrice di "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen";
Dijana Pavlovic, rom serba, attrice
Nel corso dell'incontro saranno proiettati frammenti delle realizzazioni artistiche

9 dicembre - ore 21 - Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Concerto conclusivo con artisti rom e italiani organizzato con la Fondazione De André (programma in via di definizione)

Tutti gli eventi sono a ingresso libero

giovedì 21 ottobre 2010

Lettera ai giornali

Donatella Ascari - Segretaria Ass.Them Romanò Onlus - Reggio Emilia

Con Dosta! La Campagna del Consiglio d'Europa per dire basta al razzismo, ci siamo messi in piazza a disposizione di tutti coloro che volessero chiederci della nostra vita, del nostro lavoro, volevamo farci conoscere per combattere i pregiudizi che ci accompagnano da secoli solo perché, unici e rari, ci consideriamo cittadini del mondo. Abbiamo suonato con i nostri violini, abbiamo offerto cibo, mostrato le roulotte e, alla politica, abbiamo chiesto precisamente si essere coinvolti nelle decisioni che ci riguardano, di partecipare alla gestione dei campi, di avere voce. E' invece partita una assurda polemica in cui, ancora una volta, nessuno ci ha consultato. Tutti ci parlano addosso e nessuno ci ascolta, è proprio questo che non sopportiamo più. Noi siamo cittadini reggiani solo quando, in campagna elettorale, vengono a chiederci i voti, poi ridiventiamo un fastidio, un problema che, addirittura il signor Sindaco paragona a tossicodipendenti e carcerati. Vorremmo chiarire che la vita nomade è una scelta, una cultura, un diritto che abbiamo difeso in centinaia di anni di persecuzioni fino ai campi di sterminio. Nessuno è obbligato a vivere da sinto o rom, tutti possono decidere altrimenti, ma non è concepibile che si pretenda di "normalizzarci" come se il nostro stile di vita fosse una colpa. Noi vogliamo l'uguaglianza non essere tutti uguali, quando tutti sono uguali si chiama totalitarismo e noi ricordiamo meglio di voi cosa vuol dire. Non abbiamo chiesto case popolari, chi vuole può fare domanda come tutti gli altri, ma la maggioranza di noi preferisce vivere con il proprio nucleo famigliare non in campi di concentramento ma in situazioni dignitose. Per questo chiediamo che si trovi il modo ci legalizzare le nostre residenze in piccoli appezzamenti di terreno che abbiamo acquistato, senza il contributo di nessuno, intorno alla città e su cui viviamo da decenni. Noi amiamo vivere all'aria aperta, girare con le nostre giostre tra sagre e fiere a contatto con la gente, come pensate che potremmo parcheggiare una giostra nel garage di una casa popolare? Volete anche che cambiamo lavoro, volete spegnere il circo, i Luna Park? Già si sta andando su questa strada: a Rubiera, a Sant'Ilario e a Poviglio si vogliono spostare le giostre lontano da dove sono i bambini e il nostro pubblico, perché si cerca di mettere in difficoltà interi nuclei famigliari che di questo vivono, volete creare nuovi disoccupati? Ogni volta che cerchiamo di mantenerci con le nostre sole forze, si cerca di emarginarci, perché noi dobbiamo essere quelli che chiedono l'elemosina. Già combattiamo contro i pregiudizi dei cittadini ma se la politica, che dovrebbe portare equilibrio, ci indica come problema, come si potrà creare un clima positivo in città? Siamo molto delusi ma non vogliamo richiuderci tra noi, noi abbiamo offerto la nostra disponibilità, spetta alla politica e alla città fare la sua parte, noi siamo già cittadini del mondo e non solo dell'Europa, la nostra casa è la famiglia non una costruzione in mattoni e non c'è nessuna porta tra noi e chiunque voglia conoscerci.

domenica 17 ottobre 2010

Dialog Festival 2010: FESTA ROM

sabato 23 ottobre · 19.00 - 23.30
presso: Affabulazione - Piazza Marco - Vipsanio Agrippa 7h - Ostia Lido, Roma
INGRESSO LIBERO

In occasione della quinta edizione del Dialog Festival a cura dell'Ass.ne Le Sirene, l'Ass. Cult. Affabulazione e Amnesty International Municipio XIII, in collaborazione con il Centro giovanile Lo Spazio, presentano per il secondo anno consecutivo FESTA ROM.

Programma
Ore 19:00 * Mostra fotografica sul campo rom di Acilia Sud a cura di Amnesty International

Ore 20:00 * cena a sottoscrizione con piatti tipici rom a cura di Dragan e Michela

Ore 21:00 * Spettacolo teatrale “Volisma?” con Sara Aprile : CantaStorie – Autrice e Francesca Romana Fioravanti : Violino.
"Volisma" in romanì significa: “mi vuoi bene?” questa è solo una delle tante cose che ho appreso dai Rom…incontrandoli, conoscendoli da vicino, cuore a cuore… “Volisma” non è uno spettacolo rom-antico né sdolcinato, è un racconto nato da mille racconti, è un modo per incontrare un popolo che vive accanto a noi ma che spesso non vediamo…o non vogliamo vedere…. Ma c’è! Attraverso i racconti di donne, Donne Rom, si abbattono pregiudizi, si comprende la storia…la vita, nelle piccole cose, in quelle belle e in quelle brutte, buffe o strane…dure, magiche o vere… e si crea una via… nuova! Raccontare storie è da sempre, per ogni popolo una via per tramandare… per ricordare, per non dimenticare...

Info: 06 45432479
Ass.Cult.Affabulazione

venerdì 15 ottobre 2010

Campagna "Dosta!" a Pavia

Da Andrea Membretti

Venerdi 15/10/2010
Ore 21, Aula del 400 - Università di Pavia
Dijana Pavlovic (attrice e attivista rom)
Presenta lo Spettacolo Teatrale "Rom cabaret" e, al termine, dialoga con il pubblico sulla campagna "Dosta!"

Venerdì 15/10 e Sabato 16 / 10 / 2010
Ore 10 - 17.30, Cortile delle Magnolie - Università di Pavia
Stand espositivo dedicato alla lingua e alla cultura dei Sinti e dei Rom e alla campagna "Dosta!": esposizione di materiale didattico, libri, DVD, CD musicali, prodotti artigianali e mostra fotografica sul "Porrajmos" (lo sterminino di oltre 500,000 Sinti e Rom nei campi di concentramento). Proiezione di video non-stop su progetti culturali con i Sinti di Pavia.

Referente per Pavia: Erasmo Silvano Formica - Federazione ROM e SINTI Insieme (338 5204437)
Info: http://sucardrom.blogspot.com/ :: www.dosta.org

* La campagna "Dosta!", sostenuta dall’Unione Europea e promossa in Italia dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), è presentata a Pavia in occasione del "Festival delle Lingue e dei Linguaggi", organizzato dal Comune di Pavia e da altri partner locali e internazionali, nell’ambito del progetto europeo "Kaleco". Sito web:www.blogpavia.wordpress.com

Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari" o "nomadi". Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Jugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Pavia

giovedì 14 ottobre 2010

"Oggi ci impediscono di essere zingari e ci costringono nei lager dei campi nomadi"

PARMAdaily.it Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'associazione di rom e sinti Them Romanò, nata per diffondere e sdemonizzare la cultura zingara tra i "Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali".

12/10/2010

Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'Associazione Culturale Thèm Romanó, fondata nel 1990 a Lanciano (CH) da un gruppo di Rom e Sinti con lo scopo di rilevare, valorizzare e diffondere la cultura zingara a livello nazionale e internazionale perché i caggè -non zingari- possano meglio conoscere e sdemonizzare la cultura di questo popolo e perché i Rom stessi prendano coscienza della loro millenaria cultura e spezzino la secolare catena di emarginazione per inserirsi dignitosamente nell'ambito della società maggioritaria.
Organizza corsi di aggiornamento per insegnanti, di ogni ordine e grado, seminari, convegni, esposizioni multimediali di arte, storia e cultura zingara, proiezioni di film con dibattito, presentazione di libri, concerti e festival di musica zingara, teatro zingaro, corsi di Storia, letteratura e lingua zingara.

Torre, ci presenti lo spirito dell’iniziativa «Vai oltre i pregiudizi, scopri i Rom e i Sinti».
Abbiamo promosso la campagna europea Dosta, che in Romanes significa Basta, basta con la strumentalizzazione dei nomadi a fini politici, basta ai campi nomadi in stile lager e basta ai pregiudizi sul nostro popolo.
Per la prima volta nella storia di Sinti e dei Rom metteremo in vista la nostra cultura con due roulotte per sensibilizzare i Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali.

Qual è il messaggio?
Vogliamo far capire che abbiamo nostra cultura, un popolo pacifico che non ha mai fatto guerre né usurpato territori, che non siamo il popolo brutto e cattivo dipinto da Maroni e Sarkozy: dicono che dobbiamo andare dalle nostre parti, perché se mi mandassero via io andrei qui perché qui è la mia città.

L’Europa vi dà una mano…
Sì, non si accetta più questa politica per prendere voti facendo campagne discriminatorie contro i Sinti: con il Consiglio d’Europa e tramite l’elezione di un nostro presidente in ogni città stiamo promuovendo iniziative per arrivare dritti alla gente e allo stesso tempo stiamo dialogando con i politici. Ad esempio abbiamo incontrato Bossi e Fini.

Voglia di reagire?
Sì, non possiamo più continuare a scegliere tra una bastonata o tre in tutte le città d’Italia, io dico sempre alla mia gente: «Sinti su la testa», andiamo avanti. Poi anche da noi ci sono il buono, il brutto e il cattivo come dappertutto ma dobbiamo vincere i pregiudizi dei Gagi, siamo noi i mediatori dei nostri Sinti.

L’avversione di molti nasce dall’idea che gli enti locali vi mantengano a suon di luce, gas e acqua.
Non ci pagano niente, paghiamo tutto noi, dalla luce al plateatico. Pensate che si stia bene in un campo nomadi? Ci sono 300 persone con 6 gabinetti e chi ha avuto l’opportunità di comprarsi un pezzo di terra è andato fuori costruendosi una casetta di legno.
Dicono che siamo abusivi, ma non credete che se avessimo i soldi ci costruiremmo una casa in muratura?

I campi nomadi non vi piacciono dunque…
Non sono altro che moderni lager. Nella storia come tutti sappiamo ce ne sono già stati ma nessuno ci rende conto che noi ci siamo ancora dentro, nel 2010.
Siamo sempre stati dei circensi e abbiamo seguito l’evoluzione dei tempi prendendo i luna park, giravamo nei mercati di tutta Italia, ma ora ci hanno impedito di essere nomadi costringendoci in lager sempre più affollati.

Volete uscire quindi?
Sì, vorremmo la possibilità di fare queste microaree.

L’obiettivo è integrarvi nel tessuto cittadino pur mantenendo le vostre tradizioni?
Esatto, noi siamo orgogliosi della nostra cultura e non potremmo mai rinnegarla.
Siete mai andati al Circo? I Togni, gli Orfei e tante altre strutture sono gestite da Sinti, è questa la nostra vocazione, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto di essere sempre più sedentari così, mentre alcuni continuano a fare i giostrai, con tutti i problemi del non potersi fermare da nessuna parte se non per il tempo esatto della fiera, gli altri nostri figli dovrebbero avere le stesse opportunità di tutti gli altri ragazzi, trovando lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e ovunque ci sia posto.

Francesca Manini

lunedì 11 ottobre 2010

Vite sgomberate. Cronologia degli sgomberi dei campi rom a Milano (Italia, settembre 2010)

Segnalazione di Stefano Pasta

Storie migranti

Il 21 Maggio del 2008 il Governo Italiano emana un decreto (Decreto Emergenza Nomadi riguardante le Regioni Lazio, Campania e Lombardia) con il quale dichiara lo stato di emergenza e attua una serie di misure dirette e indirette nei confronti dei cittadini rom e sinti presenti sul territorio nazionale. A seguito di tale decreto sulla base di tre Ordinanze Presidenziali emanate in data 30 Maggio 2008, i Prefetti di Napoli, Roma e Milano vengono nominati Commissari Straordinari per l'emergenza nomadi, poiché, si legge nel preambolo del Decreto, "[…] la situazione non è fronteggiabile con gli strumenti previsti dalla normativa ordinaria".

A Milano, in Lombardia la politica attuata per fronteggiare la questione rom segue due direzioni, una relativa alle "Aree di sosta autorizzata destinate ai nomadi", ovvero gli undici campi regolari del Comune di Milano stesso e l'altra che riguarda gli insediamenti definiti "campi abusivi".

Le risorse a disposizione della città di Milano e vincolate all'implementazione di azioni rivolte ai cittadini rom e sinti arrivano a circa 13.000.000 di euro destinati dal Ministero dell'Interno nel Luglio 2009 per fronteggiare "l'emergenza nomadi". Del totale circa 4.000.000,00 euro sono destinati ad attività sociali da realizzare all'interno dei campi regolari, il resto, ovvero circa 9.000.000 euro, vengono spesi per azioni volte a migliorare la sicurezza urbana e tutelare l'ordine pubblico, azioni che si concretizzano principalmente negli sgomberi forzati dei campi abusivi.

Il presente contributo vuole fornire sinteticamente alcuni elementi relativi alle politiche di sgombero attuate come unica misura di gestione degli insediamenti abusivi, ovvero insediamenti di varie dimensioni (da poche persone fino a 600 abitanti come accadde nel campo di Piazzale Alfieri alla Bovisa nel 2008) che sorgono spontaneamente su terreni privati o pubblici, palazzi abbandonati, aree verdi etc…e abitati nella quasi totalità dei casi, da cittadini rom di origine romena presenti sul territorio nazionale da ormai alcuni anni.
La complessità della realtà rom e il suo declinarsi come questione socio-politica infatti necessiterebbe di un approfondimento che non è possibile esaurire in poche righe.

Nelle sue dichiarazioni pubbliche, il vice sindaco De Corato ha più volte ribadito la volontà di eliminare la totalità degli insediamenti abusivi allontanandone gli abitanti dal territorio milanese. Dal 2007 ad oggi la soluzione proposta è dunque quella dello sgombero continuativo di tali insediamenti con una frequenza che è andata intensificandosi fino a raggiungere la media di circa uno o più sgomberi al giorno.
Sempre nelle dichiarazioni pubbliche dei politici interessati viene registrato un significativo abbassamento delle presenze dei rom sul territorio cittadino, numeri smentiti dai censimenti ufficiali realizzati dalla Questura nonché dalle informazioni diffuse dalle agenzie di ricerca sociale e dagli enti del terzo settore attivi a Milano ed hinterland.
Altro dato interessante che emerge da un'analisi diacronica della politica degli sgomberi è che la stessa concorre in modo primario al riprodursi dei campi stessi e in modo frequente all'interno di aree già ripetutamente sgomberate, all'aumento del numero degli insediamenti abusivi, al peggioramento delle condizioni di vita degli abitanti rom, all'interruzione di percorsi di scolarizzazione dei minori, di inserimento lavorativo degli adulti e di tutela sanitaria di minori e donne con particolare attenzione alle donne in gravidanza.

Le modalità di sgombero forzato adottate, oltre che violare il diritto ad un alloggio adeguato, non tengono conto di nessuna delle procedure di garanzia individuate dal Comitato sui Diritti Economici, Culturali e Sociali e delle Nazioni Unite (CESCR) quali:

a) L'opportunità di una reale consultazione con gli interessati
b) Un adeguato e ragionevole preavviso per tutte le persone interessate prima della data prevista per lo sgombero
c) Informazioni sugli sgomberi previsti e ove possibile sull'utilizzo successivo del terreno o delle abitazioni, dovrebbero essere rese disponibili in tempi ragionevoli a tutti coloro interessanti dai provvedimenti;
d) In particolare, quando sono coinvolti gruppi di persone, funzionari governativi o loro rappresentanti dovrebbero essere presenti durante lo sgombero,
e) Tutte le persone che effettuano lo sgombero dovrebbero essere correttamente identificate
f) Gli sgomberi non dovrebbero aver luogo in condizioni climatiche particolarmente avverse o di notte a meno che le persone coinvolte non ne diano il consenso,
g) Dovrebbero essere forniti strumenti di ricorso legale e
h) dove possibile, assistenza legale alle persone che lo richiedono qualora volessero ricorrere alla giustizia

Di seguito sono indicati i principali sgomberi effettuati dal 31.08.2010 al 30.09.2010 di cui è possibile trovare traccia in comunicati stampa, articoli e dichiarazioni pubbliche.

A titolo di esempio si segnala la situazione del campo abusivo di Via Rubattino sgomberato lo scorso 19 Novembre 2009 (300 persone) nonostante la mobilitazione dell'intero quartiere che voleva preservare i percorsi di integrazione scolastica e sociale di 36 minori e delle loro famiglie. Le insegnanti, i genitori dei compagni di classe, le associazioni del terzo settore, a seguito dello sgombero si sono mobilitate per collocare alcune delle famiglie.
Il 7 Settembre 2010 Via Rubattino arriva a contare nuovamente circa 200 presenze. All'appello mancano le circa 80 persone, tra adulti e minori, che sono state inserite in percorsi di autonomia abitativa, inserimento lavorativo grazie alla rete di solidarietà creata dai cittadini del quartiere e dalle associazioni.
Tutti gli abitanti presenti al campo sono persone pluri- sgomberate che nei giorni seguenti subiranno una vera e propria "caccia all'uomo".

(Greta Persico e Stefano Pasta, settembre 2010)

31 agosto 2010:

Parco Cassinis (2 campi): 35 Rom rumeni (25 adulti e 10 bambini) sgomberati dalla polizia locale. Vengono smantellate 20 tende.

Dal 2007, totale sgomberi effettuati: 306.

03-04 settembre 2010: 6 sgomberi in 24 ore.

Via Zubiani: 20 rom rumeni vengono sgomberati da una zona di verde pubblico da parte della polizia locale, 7 tende vengono demolite.

Via Zubiani: durante la notte, la polizia locale sgombera 15 Rom rumeni che hanno acceso un fuoco per scaldarsi.

Parco Cassinis (nei pressi di via San Dionigi): 20 Rom rumeni sono sgomberati da 5 auto della polizia locale.

Via Malaga: 5 caravan appartenenti a Sinti provenienti dalla Sicilia vengono sgomberati. I proprietari delle roulotte ricevono ammende pari a 450 euro.

Via Civitavecchia: 3 roulotte di Rom rumeni vengono sgomberate. I proprietari delle roulotte ricevono una multa di 450 euro.

7 settembre 2010:

Rubattino: circa 180 rom rumeni vengono sgomberati sotto la pioggia. Per tutta la giornata e nei giorni seguenti i rom vengono allontanati ripetutamente dai luoghi dove cercano riparo. Alle donne sole o con minori di età superiore ai 5 anni circa vengono offerti alcuni posti presso il dormitorio pubblico sito in viale Ortles; accettano la proposta in 29 tra cui 12 minori. Alle mamme con minori neonati o molto piccoli viene offerta l'accoglienza presso alcune comunità mamma-bambino in città e provincia; accettano il collocamento solo due donne con due minori, altre rifiutano l'accoglienza per paura che i minori vengano loro sottratti una volta in struttura. Agli uomini non viene fatta alcuna proposta di accoglienza, ad esclusione di un nucleo di anziani anch'essi collocati presso il dormitorio pubblico.

8 settembre 2010:

Un gruppo di rom – circa 30/40 persone, secondo le forze dell'ordine - sono arrivati intorno alle 21 in via delle Regioni, zona Redecesio, in seguito allo sgombero dell'insediamento di via Rubattino.

10 settembre, 2010:

Bacula; 40 Rom rumeni sgomberati.

Rubattino; 30 Rom rumeni sgomberati da via Caduti di Marcinelle-via Rubattino. Due donne e un bambino accettano la separazione dal marito e vengono accolte in comunità.

Via Ceresio: 4 caravan di un gruppo proveniente da Napoli viene sgomberato da una rimessa di autobus

Via Novara: 12 roulotte di 40 Camminanti siciliani vengono sgomberate

13 settembre 2010:

Via Gozzoli: 24 Rom rumeni (di cui 6 bambini), provenienti da Rubattino sono sgomberati, 9 tende e una baracca vengono demolite.

Sale a 320 il totale sgomberi effettuati dal 2007

15 settembre 2010:

Rogoredo (zona Tangenziale Est): 38 baracche e 2 tende vengono demolite dalla polizia locale (22 poliziotti) in un'area pubblica. Secondo il Comune di Milano, tutti i rom rumeni hanno rifiutato alternative di alloggio per donne e bambini.

Via Forlanini (ex polveriera in una zona abbandonata). 30 Rom rumeni sgomberati da 3 pattuglie (polizia locale), 5 tende e una baracca vengono demolite. Nel momento dello sgombero, erano presenti due soli uomini (di circa 35 anni). Via Forlanini, come moltissimi altri luoghi di questo elenco, è stato sfrattato più volte.

Via Toledo in zona Rogoredo: 8 Rom rumeni tra cui 2 bambini vengono sgomberati dalla polizia locale e 2 baracche demolite. Nel luogo dove hanno vissuto vi era un cantiere abusivo abbandonato con presenza di amianto.

16 Settembre 2010:

Bacula, 40 persone circa provenienti dal campo precedentemente sgomberato di via Rubattino vengono nuovamente allontanate; non vengono fatte offerte alternative di alloggio.
La situazione del cavalcavia Bacula è forse una tra le più emblematiche tra tutti gli sgomberi presentati; non è infatti possibile, ad oggi, conteggiare gli sgomberi effettuati realmente in tale insediamento.
Dalle testimonianze raccolte e ricostruendo le informazioni dei vari comunicati stampa durante la maggior parte dell'anno vengono infatti realizzati circa due o più sgomberi a settimana.

22 Settembre 2010:

Chiaravalle: 45 rom rumeni sgomberati dalla polizia locale (15 poliziotti) da una zona tra il cimitero e l'abbazia di Chiaravalle. 5 tende e 8 baracche vengono demolite.
Secondo le dichiarazioni di De Corato, erano presenti gli assistenti sociali ma i rom hanno rifiutato le proposte di alloggio.

"Salgono a 335 gli sgomberi effettuati dal 2007 - sottolinea De Corato - 159 nel 2010[…]"
(Omnimilano.it del 22.09.2010 ore 11:16)

28 settembre 2010:

Via Cristina di Belgioioso: 7 baracche demolite in una zona privata, 20 Rom rumeni sgomberati.

venerdì 8 ottobre 2010

Vias U VELTO RADIO

collegarsi al link per testare il servizio

ARRIVA U VELTO RADIO! Il Mondo Radio è la scommessa dell’Istituto di Cultura Sinta per portare alla ribalta la musica sinta, rom, manouche, kalè e romanichals.

Le trasmissioni sperimentali di U Velto Radio si possono ascoltare in tutto il mondo, basta venire sulla pagina di U VELTO il 7 OTTOBRE dopo le 15.00

http://sucardrom.blogspot.com/


E’ arrivata U Velto Radio! Il Mondo Radio è la scommessa dell’Istituto di Cultura Sinta per portare alla ribalta la musica sinta, rom, manouche, kalè e romanichals. Una scommessa condivisa con il Consiglio direttivo di Sucar Drom che ha messo a disposizione le risorse e tutto il suo patrimonio musicale.

Il lancio di U Velto Radio è considerato strategico per offrire ad ogni persona collegata in rete la possibilità di ascoltare un pezzo importante delle culture sinte, rom, manouche, kalè e romanichals. La musica è scelta e privilegiata da altre forme d’espressione perché quest’arte offre un’intensità emozionale e una libertà uniche. Ed è per questo che fin dai primi documenti attestanti la presenza di sinti, rom, manouche, kalè e romanichals si sottolinea sempre le loro qualità di musicisti. La musica trasmessa oralmente di generazione in generazione, contaminandosi con il patrimonio musicale con cui si veniva in contatto. La musica elemento culturale in cui si trasmette il senso di appartenenza ad una comunità sia suonando all’interno che all’esterno. Si suona per la propria famiglia allargata, per la propria comunità in occasioni di feste che sono importanti momenti di coesione sociale. Si suona per gli appartenenti alla cultura maggioritaria, un lavoro svolto da molte famiglie allargate che produce un reddito. E questo continuo uscire ed entrare permette una continua contaminazione reciproca.

La musica come linguaggio internazionale, la musica come strumento di conoscenza, la musica come interazione capace di generare un nuovo modo di stare insieme.

Proprio grazie all’interazione tra musica sinta, musica jazz ed in parte musica colta europea è nato il jazz europeo. Django Reinhardt è stato, insieme a Stéphane Grappelli, l’artefice di questa magia. Ed è per questo che U Velto Radio inizia le sue trasmissioni sperimentali con un omaggio a questa grande musica, nel centenario dalla nascita del suo alchimista.

Le trasmissioni sperimentali di U Velto Radio si possono ascoltare in tutto il mondo, basta collegarsi ad internet, venire sulla pagina di U Velto e cliccare sul logo che vedete sulla parte destra dello schermo. Vi si aprirà una finestra dove potrete scegliere il programma di riproduzione musicale che preferite. A questo punto... buon ascolto!

mercoledì 6 ottobre 2010

Intervista a Margareta Matache

Da Romanian_Roma

SETimes.com

I Rom di Romania necessitano di una miglior rappresentazione politica e di un efficace movimento civico, dice a SETimes l'attivista Margareta Matache.
By Paul Ciocoiu for Southeast European Times in Bucharest

Margareta Matache parla con Paul Ciocoiu, corrispondente del SETimes. [Victor Barbu/SETimes]

27/09/2010 - Margareta Matache è direttrice esecutiva del Centro Rom per l'Intervento e gli Studi Sociali (CRISS). Ha parlato con SETimes sulla polemica in corso riguardo alle espulsioni francesi dei Rom, sul progresso dell'integrazione in Romania e gli ostacoli che restano.

SETimes: Descrivi CRISS e le sue attività.

Margareta Matache: CRISS è un'organizzazione per i diritti umani fondata nel 1993 per difendere e promuovere i diritti dei Rom. Le priorità di CRISS sono [ottenere] l'accesso alla sanità ed all'istruzione, ma abbiamo anche un dipartimento ricerca ed offriamo consulenza legale nei casi di discriminazioni, abusi e violenza.

Alcuni casi vengono adoperati per far pressione nel cambiare le leggi. Per esempio, nel 2003, contro la segregazione nelle scuole, dove i bambini rom erano spostati in classi o edifici separati. Nel 2007, dopo un colloquio con noi, il ministero dell'istruzione ordinò la desegregazione delle scuole.

CRISS lavora con organizzazioni partner locali in Romania, che abbiamo aiutato nello sviluppo. Di solito viviamo delle donazioni delle ambasciate, ma lavoriamo anche in partnership con l'Open Society Institute e Central East European Trust.

SETimes: Puoi commentare sulle "misure di sicurezza pubblica" delle autorità francesi, culminate con le espulsioni dei gruppi rom?

Matache: Osserviamo due serie di misure. La prima, il programma di rimpatri volontari che la Francia ha sviluppato per diversi anni, prima dell'1 settembre. E' una forma camuffata di espulsione tramite denaro - 300 euro per adulto e 100 euro per bambino - una compravendita del diritto di movimento.

Esaminiamo anche i programmi economici di cui i rimpatriati potrebbero essere parte. Avrebbero dovuto ricevere 3.500 euro per iniziare un'attività, ma in molti casi non sono nemmeno stati informati. Abbiamo persino scritto un rapporto nel 2008 dopo una visita in Francia e nella regione di Timisoara, dove ai Rom fu promesso che sarebbero stati inclusi nel programma.

Secondo, esaminiamo le violazioni della Francia dopo settembre della legge comunitaria e dei principi e valori europei - per esempio, le impronte digitali dei Rom espulsi. Alcuni lo accettano liberamente perché [attraverso le pressioni] non è difficile ottenere il consenso.

Funziona così: all'inizio la polizia francese ammonisce i Rom che demoliranno il loro campo entro una settimana e li espelleranno se non se ne andranno. Pochi giorni più tardi, i funzionari dell'immigrazione informano i Rom che li pagheranno per partire e - possibilmente - essere messi in lista di un programma di reinserimento. I Rom sono d'accordo per ottenere alcuni benefici, invece di essere sgomberati brutalmente, con le loro baracche demolite.

SETimes: La Francia sostiene di aver anche intrapreso misure per proteggersi da pratiche illegali, come il traffico di persone.

Matache: Ci sono dei Rom coinvolti nel traffico di persone così come Rom che ne sono vittime - e non solamente in Francia. Non penso che le soluzioni risiedano nel restringere i diritti di una comunità etnica, ma nelle leggi francesi e degli altri paesi. Ci sono leggi che affrontano crimini come il traffico di persone.

SETimes: Ogni caso di infrazione della legge può essere trattato individualmente?

Matache: Infatti, è ciò che prevede la direttiva europea sulla libertà di movimento ed è così in tutto il mondo. la criminalità viene giudicata individualmente.

SETimes: Quale paese porta le maggiori responsabilità riguardo la questione rom?

Matache: I Rom sono cittadini rumeni e le maggiori responsabilità ricadono sulla Romania. Prima dell'accesso nella UE del 2007, quando era monitorata da vicino, Bucarest si sforzava di convincere la UE che il processo d'integrazione dei Rom stava progredendo. Dopo il 2007, la questione rom è diventata visibile in tutta Europa.

Mentre la Francia è molto concentrata nell'espellere i Rom e la Commissione Europea ha autorizzato la discussione del documento sui Rom, le autorità rumene sinora non hanno familiarità con i problemi della comunità e non hanno ancora fissato la loro mente a risolverli.

L'argomento che i Rom non siano un problema nazionale ma europeo è andato avanti per anni in Romania. Questo perché non abbiamo rappresentanti né a livello politico o nelle organizzazioni rom internazionali che sono capaci di negoziare col governo.

Comunque, trovo strano che la Francia decida sugli affari interni della Romania - la nomina di un segretario di stato rumeno sui Rom è avvenuta su richiesta della Francia. Entrambe sono membri UE ed hanno pari diritti, ma qui la Francia impone la propria volontà.

SETimes: Non sono i leader rom che dovrebbero mediare e razionalizzare il processo di integrazione?

Matache: Ci sono grosse discrepanze sul modo in cui i leader rom affrontano l'integrazione nelle numerose comunità rom sparse nel paese. Incontro leader locali ce esercitano il controllo sulla comunità. ma preferiscono nascondere i problemi o non porvi interesse, a causa della loro posizione nei municipi o nelle prefetture, dove agiscono in qualità di esperti.

Dato che sono una singola persona in un grande sistema, è più facile cercare di mantenere il proprio incarico ed ignorare i problemi dei Rom. Durante un conflitto tra Rom e Rumeni in Transilvania, nessuno della comunità rom riconobbe la propria rappresentante presso la prefettura quando si presentò, perché non era mai stata là.

Ci sono leader rom che hanno ottenuto rispetto tanto dalle autorità locali che dalla comunità. Ma soprattutto, manchiamo di leader forti, specialmente nella politica. Per esempio, non ci sono state reazioni nel parlamento rumeno riguardo ai recenti sviluppi in Francia, o in Italia un anno fa. Includo qui anche le istituzioni collegate come l'Agenzia Governativa Nazionale per i Rom.

Su 200 organizzazioni rom, solo 20 sono attive. Alcune sono state create da leader che le chiamano "la mia organizzazione" e la usano per auto-legittimarsi nelle loro relazioni con le autorità locali, ma non investono nelle persone o generano programmi.

C'è sempre chi accetta cosa dice e cosa fa il governo. Le autorità presto hanno capito che era facile dividerci. Possiamo generare unità attorno alla lingua romanì, per esempio, nonostante il fatto che in seguito al comunismo quasi il 40% non lo parla più. La storia rom potrebbe anche generare unità, ma dev'essere inclusa nel libri di storia rumeni.

Non abbiamo un'agenda politica, i Rom non sono motivati a votare per un politico rom, è per questo che c'è un solo rappresentante rom in parlamento.

A livello locale, c'è un desiderio generale di tenere dipendenti i Rom perché, da un punto di vista elettorale, sono comprabili molto facilmente ed a buon mercato. In breve, il problema riguarda la rappresentanza e la creazione di un vero movimento civico rom. Finché non avremo dei buoni negoziatori, il governo non si preoccuperà di integrarci.

SETimes: Come rispondete ai pregiudizi della maggioranza verso i Rom nella loro integrazione?

Matache: Oltre alle campagne TV dirette alla maggioranza per mostrare i Rom in maniera differente, abbiamo organizzato attività di strada come il "razzistometro" quando abbiamo usato apparecchio per la misurazione della pressione sanguigna, mentre ponevamo domande sui Rom. Ovviamente, l'apparecchio è stato usato simbolicamente, ma le domande erano ben calibrate.

Dopo anni di campagne, abbiamo concluso che la gente ama gli spot TV o visuali, ma è molto difficile influenzare la mente del Rumeno medio. Alcuni pregiudizi derivano dalla mancanza di informazione. Alcuni Rumeni non hanno mai incontrato un Rom, o li hanno solo visti mendicare, offendendoli per strada. Questo si ferma nelle loro menti e diventa un punto di riferimento per i Rom in generale. Ma se noi riduciamo il milione e mezzo di Rom in Romania solo a quelli [svantaggiati] che sono visibili, non sapremo creare e sviluppare politiche di integrazione.

Il cambio di mentalità inizia con l'istruzione. Fintanto ci sarà una forte diversità culturale nelle scuole rumene, la maggioranza non potrà pensare ai Rom diversamente.

martedì 5 ottobre 2010

Mapping the invisible. EU-Roma Gypsies

Incontro con Anna Detheridge, Gabi Scardi,
Thomas Acton e Maria Papadimitriou
con la partecipazione di Alexander Valentino



Centro di Documentazione Arti Visive di Connecting Cultures
6 ottobre 2010 - ore 19.00


La presenza dei popoli Rom all’interno delle città sembra essere diventata una questione aperta e quanto mai attuale nelle cronache italiane ed europee. Ad eccezione di rari casi, sempre più i Rom sono vissuti come una presenza spinosa e controversa; forte è il sentimento di rifiuto che si riversa contro questi popoli “altri”. La maggior parte dei popoli Rom vive infatti in estrema povertà e degrado, in condizioni di isolamento dal resto della società e di separazione fisica: in certe zone sono segregati, privi delle minime infrastrutture. Si trovano ad occupare quei “luoghi di nessuno” - edifici abbandonati o aree non coltivate ai margini delle strade - da cui ormai troppo spesso vengono sgomberati, senza che esista per loro una reale politica di integrazione e di sostegno. Ne deriva un circolo vizioso, che rimuove “il problema” in superficie senza risolverlo alla rad ice.
La questione è complessa e tocca corde profonde. Una comprensione più genuina e aperta della cultura Rom può aiutare ad affrontarla. Ma qual è il ruolo che la cultura può avere nei processi di integrazione sociale e di convivenza all’interno delle città? Quali gli effetti concreti che possono scaturire? E più in particolare, quale il valore aggiunto che la creatività e la progettazione artistica possono avere nei processi di comprensione delle differenze e di accettazione dell’altro?
Connecting Cultures, insieme a Gabi Scardi, Thomas Acton e Maria Papadimitriou e al coordinatore del progetto European Roma Mapping (EU-ROMA) Alexander Valentino, cercherà di affrontare questi ed altri interrogativi. Attraverso interventi critici, progetti artistici, testimonianze e la discussione aperta col pubblico si tenterà un avvicinamento alla cultura Rom e alle sue specificità da punti di vista trasversali e inediti. Si cercherà di capire se e come l’arte, nelle sue molteplici forme di espressione, possa contribuire a fare della diversità un punto di forza.
Nella stessa occasione verrà presentato il libro “Mapping the Invisible. Eu-Roma Gypsies” (Blackdog Publishing, 2010) che raccoglie le esperienze nate dal progetto Eu-Roma, realizzate in relazione con le comunità Rom di Romania, Grecia, Italia e Gran Bretagna. E’ un racconto impegnato dal punto di vista delle immagini, che mira ad informare e ad ispirare chiunque sia interessato ai diritti umani e alla sostenibilità sociale, ma anche all’architettura contemporanea, alle arti visive, al design. 

A seguire la proiezione del film ROM (UOMINI) - FRAMMENTI ELETTRICI N.1, 2001, Beta SP 13’ di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
***

MAPPING THE INVISIBLE. EU-ROMA GYPSIES
with Anna Detheridge, Gabi Scardi, Thomas Acton and Maria Papadimitriou
and the participation of Alexander Valentino
Contemporary Arts Archive of Connecting Cultures, 6th Ocotber 2010, h.7.00 pm
The presence of Roma people in cities seems to have become an open and problematic issue especially in Italian and European chronicles. Except in rare cases, Roma people are seen more and more as a thorny and controversial presence; the feeling of rejection that falls on “other” people is ever stronger. Most of Roma population lives in extreme poverty and degradation, apart from the rest of society and physically separated: in some areas they are isolated, due to the lack of minimum infrastructures. They occupy "nowhere places" - abandoned buildings or unplanted areas by the roadside - from which they are too often cleared out withou t any policy of real support or effort towards integrationy on the part of public administrations in search of consensus. The result is a vicious circle, which removes the "problem" on the surface without searching for any lasting solutions.
The issue is complex and touches deep chords. A more genuine and open understanding of Roma culture can help to face it. But what is the role of culture in the processes of social integration and coexistence in cities? What could be the longterm effects? And more specifically, what is the added value that creativity and arts may have in the process of understanding and acceptance of differences?
Connecting Cultures, together with Gabi Scardi, Thomas Acton, Maria Papadimitriou and the coordinator of the project "European Roma Mapping" (EU-ROMA) Alexander Valentino, will try to answer to these and other questions. Through critical inter ventions, art projects, testimonials and open discu ssion with the audience Roma culture and its specificities will be approached from cross-cultural and new points of view. The aim is to understand whether and how visual arts, in its many forms of expression, can contribute to making diversity a strength.
On the same occasion the book "Mapping the Invisible. Eu-Roma Gypsies"(Blackdog Publishing, 2010) will be presented. The book collects the experiences arising from the project Eu-Rome conducted together with the gypsy communities in Romania, Greece, Italy and the UK. A visually engaging account sure to inform and inspire anyone with an interest in human rights, contemporary architecture, visual art, design and social sustainability.

After the discussion the film ELECTRIC FRAGMENTS n°1 - ROM (MEN), 2001, 13' by Yervant Gianikian and Angela Ricci Lucchi will be projected

INFO
MAPPING THE INVISIBLE. EU-ROMA GYPSIES
Centro di Documentazione Arti Visive di Connecting Cultures
via Giorgio Merula 62, 20142 Milano
t.|f. +39  02.89181326               
documentazione@connectingcultures.info   
www.connectingcultures.info

domenica 3 ottobre 2010

I dimenticati tra i dimenticati, giovedì 07 ottobre a La Città dell'Utopia (Roma)

Il Servizio Civile Internazionale e "La Città dell'Utopia"
presentano

I dimenticati fra i dimenticati "Rom e Sinti dalla persecuzione nazi-fascista di ieri alla negazione dei diritti attuale

"La Città dell'Utopia"
giovedì 07 ottobre 2010

Nell'ambito della seconda edizione del progetto "I dimenticati tra i dimenticati" si terrà, un evento-dibattito con rappresentanti delle comunità Rom ed esperti ed attivisti internazionali. Video, musica ed aperitivo-cena a conclusione della conferenza.
Programma della serata:

dalle ore 18.00 - Dibattito "Rom e Sinti dalla persecuzione nazi-fascista di ieri alla negazione dei diritti attuale"
intervengono:
Paul Polansky (Antropologo e poeta, autore di Black Silence e One Blood – One Flame)
Luca Bravi (Professore Università telematica Leonardo da Vinci)
Riccardo Carraro (Servizio Civile Internazionale)
Graziano Halilovic (RomaOnlus)
Licia Porcedda (Ricercatrice presso L'École des hautes études en sciences sociales)
Lorenzo Romito (Ass. Cult. Stalker e ON/Osservatorio Nomade)
Modera Stefania Pizzolla (Servizio Civile Internazionale)

a seguire:
musica, apero-cena rom, video con testimonianze di Milka Goman ed altri rappresentanti della comunità Rom e Sinti
Il progetto "I dimenticati tra i dimenticati 2" ("The forgotten among the forgotten 2"), promosso dal Servizio Civile Internazionale in collaborazione con Romà Onlus e finanziato dalla Commissione Europea, è incentrato sulla memoria delle persecuzioni nazi-fasciste di Rom e Sinti. Attraverso la conoscenza di quanto accaduto nel passato, si vuole analizzare quello che sta avvenendo ancora oggi, in Italia ed all’estero, a queste persone, vittime di espulsioni, violenze, razzismo, negazioni di diritti.

L’evento si inserisce in un programma iniziato il 29 settembre con la partecipazione di attivisti internazionali impegnati in seminari e workshop sulle condizioni del popolo Rom supportati da una parte studio sulla memoria delle persecuzioni nazi-fasciste di Rom e Sinti e sulla loro situazione attuale. In coordinamento con la comunità di Agnone, gli attivisti si recheranno anche in visita alle scuole del paese che hanno realizzato un progetto sulla memoria e l’internamento di famiglie Rom rastrellate in tuta Italia e internate nel convento di S. Bernardino.

I volontari nel corso del progetto incontreranno esperti, professori e operatori sociali legati alla comunità Rom e Sinti e realizzeranno interviste, video ed articoli oltre ad una mostra fotografica ed una rassegna stampa internazionale che verranno diffusi al pubblico.

Per informazioni: e.cavassa@sci-italia.it ; info@sci-italia.it: web: www.sci-italia.it
Per informazioni sulla serata: lacittadellutopia@sci-italia.it ; tel. 06 59648311 - 346 5019887.


La Città dell’Utopia
Via Valeriano, 3f (San Paolo) / 0659648311 / 3465019887 /http://www.lacittadellutopia.it / Chiuso: sab. dom. a parte per iniziative / Aperto: 11-19,30 / Locale non climatizzato / Non accessibile a sedie a rotelle / Entrata GRATIS

Il progetto "La Città dell’Utopia" dell’associazione Servizio Civile Internazionale, con il patrocino del Municipio XI, è un progetto laboratorio di Cittadinanza attiva e sviluppo territoriale che propone all’interno dell’antico Casale Garibaldi corsi e laboratori sociali, iniziative culturali (serate tematiche, incontri dibattito, concerti, mostre, video-proiezioni), mercatino contadino, giardino sperimentale e minicampi e campi di volontariato internazionali.

Il tuo 5xMILLE allo SCI
Codice Fiscale 97004220584

Servizio Civile Internazionale S.C.I.
via Cruto 43 - 00146 ROMA
tel.065580644-661
web: www.sci-italia.it
e-mail: info@sci-italia.it

venerdì 1 ottobre 2010

Interrogazione parlamentare: che fine hanno fatto i soldi erogati dall'UE per i rom?

@ Radicali italiani

Dichiarazione dei Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti:

"Mentre il Presidente Berlusconi, magari pensando alle prossime elezioni, si è dichiarato totalmente d'accordo col Presidente Sarkozy sulle politiche relative alla accoglienza dei Rom, bisognerebbe però che il suo Governo rendesse noto che fine hanno fatto i soldi che l'Italia ha richiesto, e ottenuto, dall'Unione europea per mettere in atto politiche di aiuto all'integrazione delle comunità rom e sinti.

Secondo uno studio dell'organizzazione EveryOne, dal 2007 a oggi, il Governo italiano e le Amministrazioni locali hanno impiegato ben 91 milioni 615 mila euro - oltre 83 mila euro al giorno! - per sgomberare insediamenti Rom di città medio-grandi, senza considerare i micro-insediamenti abusivi. Siccome scarseggiano le rendicontazioni sull'effettivo utilizzo dei soldi europei, destinati a tutt'altro, abbiamo presentato una interrogazione scritta ai Ministri Frattini e Maroni perché venga fatta chiarezza sulla questione.

Interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Esteri e dell'Interno

dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

Per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013, l'Unione europea ha predisposto uno stanziamento di 15 milioni 321 mila euro all'Italia attraverso l'FSE - il Fondo Sociale Europeo -, principalmente per l'inclusione sociale dei soggetti svantaggiati.

Considerato che:

le popolazioni Rom e Sinti, in particolare, sono coinvolti come possibili partecipanti di una serie di iniziative che rappresentano per l'Italia - così come per gli altri Stati membri - almeno il 27% del budget FSE complessivo;

all'indomani del suo insediamento come Ministro, l'Onorevole Franco Frattini ebbe a dire che "l'Italia avrebbe avuto accesso ai fondi europei per l'integrazione dei Rom per la prima volta, dato che né il Governo Prodi, né i precedenti Governi, mai avevano avanzato richieste in tal senso":

secondo quanto ricordato dall'organizzaione Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani: "a integrare i fondi dell'FSE all'Italia, sempre per gli stessi fini, vi sarebbero anche alcune iniziative l'iniziativa comunitaria EQUAL (nata nell'ambito della Strategia Europea per l'Occupazione e cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo per il periodo 2000-2006 promuove la sperimentazione di approcci e politiche innovativi per contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro) che avrebbe aumentato consistentemente i budget stanziati da progetti regionali e su base nazionale. Ma non è tutto," proseguono gli attivisti, "perché oltre ai fondi europei per i Rom, risulta che il Governo abbia percepito negli ultimi tre anni consistenti somme anche per quanto concerne il progetto KNE (che intende garantire e migliorare i processi diintegrazione e inclusione sociale dei migranti giunti in Italia da massimo 5 anni, tramite l'offerta di percorsi di formazione teorico-pratica di lingua italiana, di orientamento civico e di formazione professionale. Il Progetto è finanziato dalMinistero dell'interno e dal FEI (Fondo Europeo per l'integrazione di Cittadini di Paesi Terzi), co-finanziato e realizzato dalla Camera di Commercio di Roma attraverso la sua Azienda Speciale IRFI ), che dovrebbe garantire e migliorare i processi di integrazione e inclusione sociale delle persone migranti arrivate nel nostro paese da un periodo massimo di cinque anni;

tale iniziativa - finanziata dal Ministero dell'Interno e dal FEI dovrebbe essere favorita tramite l'offerta di percorsi di formazione di lingua italiana, orientamento civico e formazione professionale dei migranti;

secondo quanto affermato in una recente audizione alla Camera dei Deputati dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione presso il Ministero dell'interno, l'Italia ha percepito inoltre un importo di 6 milioni 323 mila euro destinato a finanziare i rimpatri coattivi e volontari dei cittadini dei Paesi terzi per il 2010, di altri 6 milioni 223 mila euro destinati ai richiedenti asilo in Italia per il 2010 e di ulteriori 95 milioni di euro per il periodo 2007-2013 (di cui 6 milioni per il 2007, 8 milioni 500 mila per il 2008) destinati all'integrazione di cittadini terzi;

secondo stime di molte organizzazioni attive nel settore dell'integrazione, con un budget quale quello costruito coi vari finanziamenti internazionali l'Italia in tre anni avrebbe potuto affrontare in maniera strutturare la problematica dei Rom e dei Sinti, garantendo istruzione, soluzioni abitative e possibilità di impiego oltre che favorire la piena integrazione della totalità dei migranti extracomunitari bisognosi di protezione internazionale sbarcati nelle coste italiane dal gennaio 2010 a oggi.

dal 2007 a oggi,il Governo italiano e le Amministrazioni locali hanno impiegato ben 91 milioni 615 mila euro (oltre 83 mila euro al giorno!) per sgomberare insediamenti Rom di città medio-grandi, senza considerare i micro-insediamenti abusivi.

Considerato infine che alle richieste pubbliche di varie organizzazioni, come la succitata EveryOne non è mai stata data risposta neanche a mezzo stampa;

si chiede di sapere:

se, come e quando siano stati impiegati i i fondi ricevuti a vario titolo da parte delle organizzazioni europee.

Se codesti ministeri siano a conoscenza di un'inchiesta della Commissione europea nei confronti dell'Italia, per verificare se e come i fondi percepiti dal 2007 a oggi siano stati effettivamente impiegati per i fini cui erano destinati.