venerdì 22 gennaio 2010

Il colmo del “travaso”


A Roma era stato tutto programmato da tempo e le impreviste elezioni regionali hanno costretto ad anticipare i tempi della propaganda politica a danno della popolazione romanì.
A Roma era stato programmato il rifiuto del dialogo e della collaborazione con le organizzazioni rom, opportunamente esclusi dal tavolo rom promosso dal Comune in violazione di tutte le risoluzioni del Consiglio d'Europa.
A Roma era stato programmato di "parlare" con il singolo rom, quale facile "usa e getta" della propaganda.
Era stato programmato anche di ignorare le proposte delle organizzazioni rom che a costo ZERO per il cittadino erano finalizzate a smantellare e superare la disastrosa politica dei campi nomadi.
Assistiamo all'ennesima dimostrazione del degrado morale dei diritti civili ed umani, degrado che quando si tratta del popolo romanò (rom e sinti) assume dimensioni visibili e tollerati da gran parte dei cittadini, della società civile e della politica.
In pochi giorni abbiamo visto ciò che NON credevamo più possibile dall'uomo del terzo millennio:
1.abbiamo visto la "caccia" al rom con il ricatto e la paura
2.abbiamo visto l'uomo vestito da vigliacco minacciare donne e bambini per "convincerli"
3.abbiamo visto "uccidere" famiglie rom senza una goccia di sangue e senza utilizzare "forni"
4.abbiamo visto "odio bestiale" contro la persona rom, quell'odio ricercato ad arte dalla propaganda e tollerato da chi predica bene e razzola male
5.abbiamo visto, nel terzo millennio, un istituzionale "travaso" romanò, lo spostamento forzato della popolazione rom e sinta.

Il "travaso" delle famiglie rom da un campo all'altro, in atto in questi giorni a Roma, può apparire agli occhi del cittadino disinformato come la soluzione giusta, invece (e spero di sbagliare) è l'inizio di una tragedia che si riverserà sulla quotiodianità di tutti i cittadini, oltre che un grande sperpero di risorse pubbliche, perchè il "travaso" dell'esasperazione, della segregazione, della discriminazione e della violazione delle norme e dei principi sarà presto colmo ed inizierà ad tracimare, travolgendo tutto ciò che incontrerà sulla sua strada.

Certamente si potevano adottare altre soluzioni, alcune suggerite delle organizzazioni rom, soluzioni adeguate e produttive, soluzioni senza costo per il cittadino.
Quindi mi chiedo:
  • Perchè il Comune di Roma ed il Commissario per l'emergenza rom hanno rifiutato il dialogo con le organizzazioni Rom?
  • Perchè hanno scelto la soluzione più onerosa e meno produttiva?
  • Quando comprenderanno che senza la partecipazione attiva professionale della popolazione romanì ogni iniziativa è destinata al fallimento?
  • A fronte di questo disastro la politica e la società civile cosa fanno?
E' necessario ed urgente una risposta forte da parte della politica, della società civile, delle organizzazioni rom, delle famiglie rom e sinte, per fermare la tragedia e attraverso la partecipazione attiva qualificata di rom e sinti cercare una canalizzazione politica ed istituzionale per evitare un disastro annunciato.

La Federazione romanì nei prossimi giorni promuoverà iniziative pubbliche per denunciare il nuovo porrajmois della popolazione romanì e per avviare un dialogo concreto e produttivo, sollecita le organizzazioni amiche del popolo rom ad una collaborazione concreta e sincera.


Guarnieri Nazzareno - presidente Federazione romanì

mercoledì 20 gennaio 2010

Tabula rasa

Oggi è il 19 gennaio del 2010
È cominciato lo sgombero del Casilino 900
È anche l’anniversario dell’occupazione della facoltà, la Pantera
20 anni di stalker e non riesco a dormire
Poche ore fa la demolizione della casa di Hakya
La casa in cui è nata Savorengo Ker
Ho visto saltare in aria di seguito
Le lamiere del tetto, i montanti in legno, un divano rosso, le scale
La ruota simbolo dei Rom al centro della facciata
Il cavallino accanto, ricordo dell’antico mestiere della famiglia
I gocciolatoi intagliati alla maniera di Hakya
Una stufa di ferro incastrata nei denti della ruspa
Un quadro ad olio con signora, un manifesto di Eminem
Un manifesto di Benito Mussolini, si davvero
Hakya ridendo ha detto ad Azzurra “era un parente.
La foto di un antenato!”
Ho immaginato il punto di vista di chi demolisce
Un video ripreso dalla cabina del macchinista
Di chi sono le mani su quelle leve?
Di chi guarda il video.
Telespettatori educati a non sapere
ora deformano la realtà guidando il video
Sicuri dietro il vetro del parabrezza
il macchinista esegue, demolisce la casa
magari una casa non ce l’ha nemmeno lui.
Una signora dice “io non ci voglio andare nei campi”
Un poliziotto “il campo di Salone
è un albergo a cinque stelle rispetto a questo”
indica la casa di Hakja in macerie,
io penso di no, sono sicuro di no, perché lo so, io so
una poliziotta aggiunge “ma a Salone ora c’è anche la ludoteca,
l’asilo dei bambini dentro al campo”
un’altra poliziotta “ d’estate ci mettono anche la piscina”
le signore Rom ci scherzano sopra, loro non lo sanno
non sono mai state a Salone, nessuno le ha mai portate
a vedere i container, neanche i mariti
Gli daranno un container di 18 metri quadri per sei persone
tre metri quadri a testa
riscaldamento, bagno, acqua e luce elettrica
e tutto intorno, stretti ogni 3 metri,
solo container e spazi tra i container
un posto dove incontrarsi è stato soppresso
per fare posto ai nuovi container per il Casilino 900
sulla recinzione ci sono 50 telecamere
non ci sono gli spazi per i mercatini
né dove lavorare i metalli, riciclare oggetti
sono tunon ci sono altre persone oltre ai Rom,
alle guardie e alle associazioni che li sorvegliano
e li portano a scuola, in città, città?
insomma oggi abbiamo visto demolire la casa di Hakya
e Azzurra dice di aver visto Mussolini

f.c.

martedì 5 gennaio 2010

Ciao Fikret

Fikret Salkanovic, il primo Rom giunto al Casilino 900 quaranta anni fa, è morto il 3 gennaio 2010. I funerali si terranno giovedì 7 gennaio al cimitero di Prima Porta.

Ciao Fikret